10 destinazioni per sconfiggere la rabbia

10 destinazioni per sconfiggere la rabbia

Tra tutte le emozioni che albergano nel nostro animo, la rabbia è probabilmente la più controversa, problematica, ambigua: paladina dei nostri   diritti, protettrice dei limiti e dei bisogni che ci contraddistinguono, ambasciatrice di ambizioni e desideri che riversiamo nel mondo, la rabbia è anche l’interprete delle nostre peggiori nefandezze, di egoismi e brutalità.

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La Cupola della Roccia, Gerusalemme © Beata Bar/Shutterstock
La Cupola della Roccia, Gerusalemme © Beata Bar/Shutterstock

Così, inevitabilmente, il rapporto con lei cela più trappole e insidie che un sentiero in una giungla del Kalimantan: quante volte deleghiamo alla rabbia lo sfogo delle frustrazioni che appesantiscono la nostra quotidianità? Quante volte, inconsapevolmente, la usiamo per respingere il contatto con la sofferenza e le insicurezze che ci tormentano? Quante volte, invece, la sopprimiamo, oppure confondiamo la paura del conflitto per bontà
o altruismo? In questo senso, viaggiare agevola l’ascolto interiore: lontano da casa, infatti, è più facile individuarne i meccanismi d’insorgenza, stemperare la sua carica distruttiva nella sorpresa di nuovi incontri, imparare da altre culture modi diversi di gestione, e relativizzarla, insieme alle proprie sventure, di fronte a situazioni ben più drammatiche. Infine, e più semplicemente, per scaricare la tensione quando si è arrabbiati esiste forse un’attività più entusiasmante che esplorare il mondo?

1. Gerusalemme, Israele

Gerusalemme è al contempo una città concreta e un concetto quasi ideale, il centro del mondo e una realtà periferica dove popoli in lotta si scontrano da secoli in tutta la loro brutalità. È impossibile rimanere indifferenti percorrendo la Via Crucis, scivolando in pochi metri dalla devozione del Muro del Pianto alla sacralità della Spianata delle Moschee, e salendo fino al Monte degli Ulivi. Ed è impossibile non provare un moto di tristezza percependo l’ostilità, la diffidenza, l’odio sanguinoso che germina proprio dove l’identità e la storia di tutto l’Occidente trovano origine. Come se Gerusalemme ci comunicasse, in tutta la sua disillusione, l’inevitabilità della discordia umana. O, al contrario, ci stesse lanciando un monito contro la nostra tracotante incapacità di superarla. Perché, se esiste una rabbia legittima, tra tutte le parti in causa spetta soltanto a lei, la più santa delle città sante.

2. Jasnaja Poljana, Russia

Non è solo per il nome zuccheroso, intriso di quiete e bonarietà – ‘Radura Serena’ – che questa frequentata destinazione turistica 200 km a sud di Mosca potrà addolcire anche le inclinazioni più furiose. Jasnaja Poljana è la tenuta dove nacque, visse e operò uno dei padri del pacifismo mondiale, Lev Tolstoj. Il grande scrittore
russo negli ultimi anni della sua vita elaborò una dottrina che ripudia
ogni forma di violenza, che nel corso del Novecento esercitò enorme influenza su personaggi del calibro di Gandhi e Mandela. Nei boschi della dimora, lungo i sentieri tra i meleti o nei pressi dell’umile sepolcro ricoperto di muschio, vi pentirete
di ogni scatto aggressivo degli ultimi mesi. All’interno della casa, poi, nella stanza da letto o di fronte allo scrittoio dove furono concepite sublimi opere inneggianti all’amore per il prossimo, vi verrà voglia di abbracciare persino gli sconosciuti.

3. Kigali, Ruanda

Tra le pagine tristi della storia del Novecento, quella sul genocidio
che devastò il Ruanda nel 1994 è di certo una delle più spaventose. In
soli tre mesi, tra aprile e luglio, quasi un milione di persone di etnia tutsi furono massacrate, prevalentemente a colpi di machete e bastonate. Il Kigali Memorial Centre della capitale cerca oggi di offrire una testimonianza di tale raccapricciante evento: il piano inferiore è consacrato alle sue vittime, con foto e documenti di vario genere (che attestano anche l’indifferenza dell’Occidente e dell’ONU), quello superiore agli eccidi avvenuti in altre zone del mondo. La drammatica visita vi indurrà a interrogarvi a fondo, anche sulla rabbia. Ma di certo, il ricorso a essa, che pure avrà animato gli sterminatori, non basta per spiegare quanto accadde.
E neppure la follia, la crudeltà, l’ignoranza, l’indifferenza o la malvagità. Semplicemente, non esiste spiegazione accettabile.

 

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La sontuosa Grand Place di Bruxelles © kavalenkava/Shutterstock
La sontuosa Grand Place di Bruxelles © kavalenkava/Shutterstock

4. Bruxelles, Belgio

Nel Musée Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles, nella sezione dedicata agli oldmasters, giusto qualche
sala dopo i dipinti di Bruegel e Jordaens, a due passi da Rubens, si trova un vasto ambiente in fondo al quale troneggia l’imponente Marte disarmato da Venere, realizzato nel 1824 da Jacques-Louis David.
Il dio della guerra vi potrà offrire un’amabile ispirazione: adagiato
in una chaise-longue con Venere pronta a incoronarlo, le Grazie intente a togliergli le armi e Cupido che gli slaccia i calzari, Marte è ormai sul punto di abbandonare la sua furiosa iracondia. Il resto delle collezioni di uno dei complessi museali più importanti d’Europa, tra capolavori fiamminghi inneggianti alla misericordia e sublimi richiami all’amore, farà il resto. E così, la sera nella sontuosa Grand Place, con una birra d’abbazia in una mano e un gaufre nell’altra, sarete più miti di un agnellino.

5. Porto, Portogallo

Nelle sue manifestazioni più
brutali, la rabbia degrada l’uomo, annichilendo i sublimi aneliti a cui può tendere. Per questo bellezza
e cultura, in assoluta antitesi a
essa, sono efficaci strumenti per contrastarla. Ebbene, a Porto si trova un luogo che le concentra entrambe: la Livraria Lello e Irmão, dal 1906 vero e proprio gioiello tra il liberty
e il neogotico. La sontuosa scalinata interna, le pareti in legno intarsiato e il lucernario di vetri colorati sembrano infatti acclamare il potere salvifico dei libri. Dopo aver visitato la libreria scendete a piedi verso il quartiere di Ribeira e, attraverso
il Ponte de Dom Luís I, fino a Vila Nova de Gaia, sull’altra sponda
del Douro, per colmare il cuore
di emozione davanti alle scoscese architetture della città al tramonto, fare un giro nelle cantine dove si produce il famoso vino e celebrare così, un po’ alticci, il definitivo trionfo sui moti più feroci del cuore.

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Livraria Lello e Irmão, Porto ©Matt Munro/Lonely Planet
Livraria Lello e Irmão, Porto © Matt Munro/Lonely Planet

6. Monastero di sera, Tibet

Consigliarvi il Monastero di Sera,
5 km a nord del centro di Lhasa,
in Tibet, è fin troppo facile, dato
che la sua grazia placida e quieta
rasenta l’idealità: pregevole esempio
di architettura buddhista, fondato
nel 1419, offre scorci spettacolari
 sulla valle e, al suo interno, antiche biblioteche, cappelle con icone e statue sacre, corridoi fuori dal tempo, coloratissimi thangka appesi alle pareti. Nello specifico, vi esortiamo a visitarlo per assistere alle celebri discussioni dei monaci, che avvengono tra le 15.30 e le 17 nel giardino della corte. Qui, centinaia di studenti divisi in gruppi dissertano animatamente su principi filosofici e questioni etiche rappresentando una sorta di combattimento, per quanto intellettuale, tra schiocchi e battiti di mani, grida e smorfie. Per imparare
a incanalare l’aggressività in una direzione costruttiva.

7. Stirling, Scozia

Siamo in uno dei luoghi simbolo dell’identità scozzese: in quest’area, alla fine del Duecento, esplose la rivolta contro il terribile giogo degli inglesi. Ebbene, poco più a nord del borgo, in cima alla torre in stile gotico del Wallace Monument che esalta le gesta del celebre Cuore Impavido, potrete riflettere su cosa sarebbe stato del popolo scozzese
(e di tutti i popoli che anelano alla libertà) se la rabbia per le ingiustizie subite non avesse nutrito l’animo dei suoi eroi. A quel punto, gonfi di ispirazione dinanzi al lirico panorama sui boschi dell’Abbey Craig, tornate nel grazioso centro storico di Stirling, dominato dal castello medievale, e curiosate nella possente Church of the Holy Rude, fondata nel 1129. Infine coronate il vostro viaggio in un pub locale, innalzando i calici alla gloria di chi ha la forza di mettere la rabbia al servizio dei propri ideali, senza sopprimerla.

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La Livraria Lello e Irmão, Porto © Matt Munro/Lonely Planet
Un sentiero sul Loch Lomond a Stirling, Scozia © Rene Baars/Shutterstock

8. Troia, Turchia

“Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta”. Poteva forse mancare Troia tra le destinazioni adatte
ai rabbiosi? La terra in cui l’eroe omerico profuse tutta la sua epica collera, nella costa nord-occidentale della Turchia, rappresenta la destinazione ideale per esorcizzare i moti interiori più incontrollabili, oltre che per deliziare i propri insaziabili appetiti archeologici. Nonostante l’assenza di templi e strutture ben conservate, infatti, Troia è un sito davvero evocativo.
E chissà che, girovagando tra ciò
che rimane dell’antica città riportata alla luce da Heinrich Schliemann
nel 1871, varcate le enormi mura, ammirato il teatro di origine romana, salutato il celeberrimo cavallo in legno (decisamente pacchiano), non riusciate a individuare il tallone vulnerabile del vostro umore bellicoso.

9. Circolo d’oro, Islanda

Il Circolo d’oro è un itinerario che parte dalla capitale dell’Islanda, Reykjavík, passa per le imponenti Cascate Gullfoss, sul fiume Hvítá, per approdare nella Valle di Haukadalur, dove si trovano i famosissimi Geysir e Strokkur, i geyser più famosi del mondo (uno di loro ha anche dato il nome al fenomeno). Le immense eruzioni di acqua bollente, che ogni 5-8 minuti squarciano il cielo, oltre a rappresentare uno spettacolo ipnotico di rara intensità, costituiscono quasi una similitudine geologica con l’insorgenza spesso veemente, improvvisa e di breve durata della rabbia. E così potrete riflettere sulla suprema armonia di quei getti e sulla pericolosità delle loro temperature, sull’inevitabilità della vostra rabbia e sui rischi che essa comporta. Pensateci a fondo, magari restando a mollo nelle piscine della Laguna Blu (Blaa Lónið), un centro termale 40 km a sud di Reykjavík che pare uscito da un film di fantascienza, il luogo ideale per terminare un percorso così evocativo.

10. Bussana Vecchia, Italia

Nel 1887 un violento terremoto distrusse gran parte di Bussana, paesino medievale in provincia di Imperia, costringendo i superstiti ad abbandonarlo. In poco tempo divenne un borgo fantasma, fino a quando negli anni ’60 un gruppo
di pittori, musicisti e teatranti decise di ripopolarlo, ristrutturando alcune abitazioni e creando una comunità internazionale di artisti. Oggi Bussana Vecchia conta una sessantina di abitanti e tra i caruggi si respira un’aria frizzante. Fatevi
un giro tra la Chiesa di Sant’Egidio, il cui campanile è scampato alla distruzione, e il curioso Giardino tra i Ruderi. Visitarla avrà per voi un doppio potere terapeutico: prima di tutto, camminerete tra case diroccate e pericolanti, testimonianza immota di come la furia degli elementi, al pari di quella umana, possa essere devastante; poi, entrerete in contatto con una comunità tanto gioiosa da non lasciare alcuno spazio per rabbia e violenza. Solo pace, amore e creatività.

Tratto dal libro “Guida per salvarsi la vita viaggiando